I Disturbi Alimentari sono patologie che interessano milioni di persone nel mondo. Nella nostra quotidianità capita di leggere o sentire termini come “anoressia” e “bulimia” che sono entrati a far parte del nostro lessico anche grazie alla televisione e ai social network; spesso però ne sentiamo parlare in modo semplicistico e approssimativo tanto che i pregiudizi, i falsi miti e i dubbi riguardo a questi disturbi sono ancora molti.

La Academy for Eating Disorders (AED) in collaborazione con la prof.ssa Bulik, esperta del settore, ha elaborato un documento ufficiale dal titolo “Nine truths about Eating Disorders” (Nove verità sui Disturbi Alimentari) con lo scopo di fare chiarezza e sfatare i falsi miti che riguardano queste patologie.

1. Molte persone con Disturbi Alimentari hanno un aspetto sano, ma possono essere molto malate. 

I Disturbi Alimentari riguardano tutte le categorie di peso corporeo e indipendentemente da questo si possono associare a gravi complicanze organiche, spesso difficilmente riconoscibili. Quindi solo guardando una persona non possiamo sapere se soffre di un Disturbo Alimentare o meno, anche perché le conseguenze della malattia non riguardano solo la sfera fisica, ma anche quella psicologica e relazionale. 

2. Non bisogna incolpare le famiglie, anzi possono essere le migliori alleate dei pazienti e degli operatori durante il trattamento.

In passato era diffusa la convinzione che le dinamiche e le caratteristiche familiari fossero fattori determinanti per lo sviluppo di un Disturbo Alimentare. La ricerca ha sovvertito questa teoria in favore di modelli che tengono in considerazione anche altri fattori di rischio (genetici e ambientali). D’altro canto bisogna tenere presente che il disagio associato all’insorgenza di un Disturbo Alimentare colpisce l’intero nucleo familiare del paziente ed è per questo che il coinvolgimento dei genitori e/o dei congiunti risulta essere un supporto e una risorsa fondamentale nel percorso di cura.

3. Una diagnosi di Disturbo Alimentare è una situazione di difficoltà e di crisi che sconvolge il funzionamento personale e del gruppo familiare. 

La diagnosi, spesso tardiva rispetto all’esordio del disturbo, è un momento di crisi per la persona e per la sua famiglia, che comporta cambiamenti nella quotidianità non solo nel momento dei pasti ma anche in altri ambiti della vita come la scuola, il lavoro e le relazioni sociali.

4. I Disturbi Alimentari non sono una scelta, ma gravi malattie con notevoli ripercussioni sul piano biologico.

Uno degli stereotipi più comuni riguarda il fatto che queste patologie siano capricci, scelte per attirare l’attenzione oppure una semplice moda adolescenziale. I Disturbi Alimentari non sono una scelta, ma vere e proprie patologie che nessuno sceglierebbe di avere; sono ad oggi riconosciuti e classificati come come disturbi mentali nel DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).

5. I Disturbi Alimentari colpiscono persone di tutti i generi, età, razze, etnie, di tutte le forme del corpo e di tutti i pesi, di ogni orientamento sessuale e classe economica. 

Il rischio di sviluppare Disturbo Alimentare esiste per ogni individuo. Contrariamente a quanto si pensa, non solo le adolescenti femmine si ammalano, anche se rappresentano la fascia di popolazione più colpita. Negli ultimi anni si è verificato un aumento dei casi tra i maschi e nella popolazione già adulta; si è inoltre abbassata notevolmente l’età di esordio con casi sempre più numerosi in età pediatrica.

6. I Disturbi Alimentari comportano un aumentato rischio di suicidio e di complicanze mediche. 

La complicanza più grave dei Disturbi Alimentari è la morte prematura che spesso avviene per suicidio: attualmente i Disturbi Alimentari rappresentano la prima causa di morte negli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. Non è rara la possibile presenza di comorbilità psichiatriche come depressione, disturbi di personalità, disturbi d’ansia o da abuso di sostanze che concorrono a peggiorare il quadro clinico.

7. Sia i geni che l’ambiente giocano un ruolo importante nello sviluppo dei Disturbi Alimentari. 

I Disturbi Alimentari sono patologie complesse e di origine multifattoriale, ovvero legati a diverse cause. Tra quelli predisponenti si annoverano fattori individuali (qui ritroviamo la predisposizione genetica), fattori ambientali o socio-culturali (come la cultura della dieta, il culto della magrezza nelle femmine e la ricerca di muscolosità nei maschi) e fattori familiari (dinamiche soggettive che possono contribuire all’insorgenza del disturbo).

8. I geni da soli non predicono chi può sviluppare un Disturbo Alimentare.

Come abbiamo già visto, i Disturbi Alimentari sono patologie legate a più cause, quindi i soli fattori genetici non possono essere cause singole ma possono rappresentare un fattore di rischio che deve comunque associarsi ad altri stimoli, di tipo ambientali o familiari. 

9. La completa guarigione da un Disturbo Alimentare è possibile: diagnosi ed intervento precoci sono però molto importanti.

Per guarigione completa solitamente si intende un totale recupero fisico e psicologico, con la risoluzione di tutte le complicanze mediche associate e la normalizzazione del comportamento alimentare. Il percorso può essere molto lungo e difficile, ma la guarigione è sicuramente possibile. Molto importante risulta essere l’identificazione precoce del disturbo e la tempestività dell’intervento: chiedere aiuto fin da subito è di fondamentale importanza. 

Bibliografia: Nine truths about Eating Disorders – Academy for Eating Disorders (AED)